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IL TRACCIATO E’ TROPPO VICINO ALL’ABITAZIONE E LA CASSAZIONE CONDANNA LA SOCIETA’ AUTOSTRADE A RISRCIRE AI PROPRIETARI UN MILIONE DI EURO PER RUMORI E GAS DI SCARICO

di Ivan Incardona
Avvocato abilitato al patrocinio dinanzi alle Magistrature Superiori - Cultore della materia di Diritto del Mercato e degli Strumenti Finanziari presso la Facoltà di Economia dell’Università Sapienza

La vicenda di cui oggi ci occupiamo, che si è conclusa con la pronuncia emessa pochi giorni fa dalla Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione (ordinanza del 10 gennaio 2025), riguarda due coniugi di Varazze, in provincia di Savona, proprietari di una villetta che sorge in prossimità dell’autostrada A10. 

I due, rivolgendosi al Tribunale, hanno evidenziato che la loro abitazione era continuamente soggetta ai rumori ed alle immissioni di gas di scarico provenienti dal vicino tracciato autostradale, superiori alla normale tollerabilità, ed hanno lamentato che tale situazione aveva causato una lesione del diritto costituzionale alla salute, oltre a causare il deprezzamento del valore commerciale dell’immobile.

Per queste ragioni, i proprietari dell’abitazione hanno chiesto al Giudice di primo grado: i) di ordinare alla Società Autostrade di realizzare delle barriere fonoassorbenti, per ridurre il livello del rumore; ii) nonché di condannare la stessa Società al risarcimento del danno biologico, esistenziale e morale conseguente alla situazione sopra descritta, oltre al pagamento di un indennizzo per il deprezzamento subito dall’immobile.

Il Tribunale, con una prima decisione interlocutoria, riconoscendo il superamento delle soglie di tollerabilità del rumore, «seppure in misura non rilevante», ha condannato Autostrade alla realizzazione di una barriera fonoassorbente

Successivamente, lo stesso Tribunale, dopo aver svolto l’attività istruttoria, con una ulteriore decisione, definitiva,  ha accolto la  domanda dei proprietari dell’abitazione limitatamente all’esistenza del danno esistenziale conseguente al minore godimento dell’ immobile per effetto dei rumori e delle immissioni di gas di scarico, ma ha invece rigettato la domanda di risarcimento del danno biologico e di riconoscimento di un indennizzo per il deprezzamento del bene.

Le decisioni del Tribunale sono state impugnate dai proprietari dell’abitazione, dinanzi alla Corte di Appello di Genova.

La Corte genovese ha sostanzialmente accolto l’appello, ritenendo «intollerabili le immissioni di rumore che interessano la proprietà degli appellanti» e rilevando che la realizzazione delle barriere fonoassorbenti “oltre a comportare enormi problemi tecnici di attuazione, non sarebbero state risolutive».

Per queste ragioni, i Giudici di appello hanno condannato Autostrade per l’Italia a risarcire ai proprietari dell’abitazione, non solo il danno biologico, ma anche il danno da deprezzamento dell’ immobile, quantificato in oltre 950mila Euro, oltre al rimborso delle spese legali del primo e del secondo grado di giudizio.

Autostrade per l’Italia, a questo punto, ha fatto ricorso in Cassazione.

La Suprema Corte, con la pronuncia di pochi giorni fa, ha respinto il ricorso ed ha confermato la sentenza di condanna emessa dalla Corte di Appello di Genova.

In particolare, rispondendo alle contestazioni di Autostrade sulle soglie di tollerabilità del rumore, che secondo la Società dovrebbero essere considerate più elevate nel caso di attività produttive  – come è, appunto, l’esercizio di una tratta autostradale – i Giudici della Cassazione hanno affermato che, rispetto alle esigenze della produzione, deve «comunque ritenersi prevalente, alla luce di una interpretazione costituzionalmente orientata, il soddisfacimento dell’ interesse ad una normale qualità della vita».

Quanto all’entità del risarcimento, pure contestata da Autostrade per l’Italia, la Cassazione ha osservato che la sentenza di appello si basava sulle «considerazioni specifiche svolte dal consulente tecnico d’ufficio il quale aveva sostenuto che in conseguenza di tali limitazioni il valore della proprietà de qua poteva ritenersi dimezzato, sicché la motivazione sussiste e non è contraddittoria e sotto tale profilo, la società ricorrente mostra altresì di non cogliere la ratio decidendi [ossia: la ragione logico-giuridica] della decisione impugnata».

In definitiva, dunque, Autostrade per l’Italia è stata condannata a risarcire ai proprietari dell’abitazione, non solo, il danno esistenziale per il minore godimento dell’immobile conseguente ai rumori ed ai gas di scarico, come già stabilito in primo grado, ma anche il danno biologico e pure il deprezzamento subìto dall’immobile per effetto della vicinanza del tracciato autostradale, riconosciuti in appello per una somma di circa un milione di Euro, a cui si aggiunge il rimborso delle spese legali per i due giudizi di merito ed anche quelle per il giudizio di Cassazione, liquidate in 15mila Euro, oltre alle spese forfettarie nella misura del 15%.

Che dire?

La pronuncia della Cassazione può essere ‘osservata’ da due punti di vista.

Dal punto di vista imprenditoriale, si può trarre l’insegnamento che, in considerazione dell’affermata prevalenza del diritto individuale alla salute, occorre adeguatamente ponderare le decisioni e le scelte di investimenti infrastrutturali che possano avere concreto impatto sulla qualità della vita delle persone (trattandosi di un valore, quantificabile anche economicamente, verso cui, sempre più, i Giudici dimostrano grande sensibilità ed attenzione), ponendo particolare attenzione a mitigare simili azioni con adeguati accorgimenti in grado di contenere i disagi entro soglie di tolleranza che siano ragionevolmente accettabili.

Dal punto di vista della persona fisica, in modo speculare e, per così dire, rovesciato, si può prendere consapevolezza della possibilità di ottenere, anche nei confronti di aziende di grandi dimensioni (e, quindi, munite di importanti strumenti di difesa), effettiva tutela giurisdizionale di diritti che, fino a non molto tempo fa, rimanevano confinati nell’alveo dei principi sempre solennemente enunciati ma quasi mai concretamente applicati.

Nell’una come nell’altra ottica, ovviamente, il consiglio è comunque di rivolgersi a professionisti qualificati ed esperti, che sappiano adeguatamente difendere e far valere gli interessi giuridici ed economici della parte assistita.

IL TRACCIATO E’ TROPPO VICINO ALL’ABITAZIONE E LA CASSAZIONE CONDANNA LA SOCIETA’ AUTOSTRADE A RISRCIRE AI PROPRIETARI UN MILIONE DI EURO PER RUMORI E GAS DI SCARICO
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